Molisana ed Abissine: tra marketing e shitposting regressivo
Trovo molto presuntuoso sia chi vede nella questione Molisana un dibattito sulla libertà di espressione che chi ne vede uno sul revisionismo storico.
È una semplice boutade di marketing, al solito, affrontata con molta superficialità. Il formato esiste da un bel po’. Molisana è da un anno nel bel mezzo di un rebranding e ha deciso di presentarlo sul sito con un copy assai bruttino, va detto, che però ha immediatamente rettificato. Dalla mia credo che certe polemiche abbiano una matrice fortemente regressiva, per 3 motivi:
- Il revisionismo storico (ne parlai qui) è un fenomeno ben diverso che riguarda e legittima l’iconoclastia. Non di per sé la memoria storica.
- A muovere queste vertenze sono quasi sempre influencer liberali sui social. Che con atteggiamento tanto coloniale e paternalistico quanto quello che criticano, suppongono e assumono come necessario per la loro definizione individuale, la sofferenza e l’offesa delle vittime. Un approccio inconsciamente razzista verso le minoranze come il White Shame (qui ne parla alla grande Bill Maher).
L’unica persona etiope che ho sentito esprimersi sull’argomento, una ragazza che ora vive in Italia, ha detto che anche a casa le usavano e che questa cosa faceva parte della sua cultura. Come le Lasagne nella cucina…